Si chiama Aedes koreicus ed è originaria dell’Asia orientale, anche se la sua presenza è stata recentemente segnalata in numerose regioni d’Europa. Resistente al freddo, si sta diffondendo sempre di più in Lombardia.
Una ricerca condotta dall’Università Statale di Milano e pubblicata su “Parasites & Vectors” ne rivela modalità di diffusioni e rischi.
Nel 2020, durante un programma di sorveglianza delle specie di zanzare invasive nel distretto di Bergamo sono state raccolte circa 6000 larve di zanzara tra luglio e settembre 2020 da uno stagno e diverse vasche artificiali. Attraverso osservazioni morfologiche e analisi molecolari di tre marcatori genetici, circa 50 larve e adulti sono state identificate come Aedes Koreicus, nella variante morfologica della popolazione di zanzare di Jeju, isola vulcanica sudcoreana.
La zanzara coreana si adatta alle regioni temperate e tollera le basse temperature, preferendo le regioni di montagna. La ricerca rivela che in Italia è stata colonizzata un’ area di oltre 3000 km2 e la sua diffusione, dall’area originariamente infestata di Belluno, è in rapido aumento verso il sud meridionale e occidentale d’Italia, a causa anche della presenza densi collegamenti stradali e di altri habitat adatti. Come evidenzia lo studio: “The distribution area of Ae. koreicus is indeed widening, under the influence of global warming and the heavier international trade and travels in Europe“.
Diversi esperimenti di laboratorio suggeriscono che Aedes Koreicus sia un potenziale vettore di agenti patogeni come i nematodi Diroflaria immitis e Brugia malayi e i virus che causano chikungunya ed encefalite giapponese.
La ricerca condotta dall’Università Statale di Milano sottolinea l’importanza di monitorare le ricerche sulle zanzare invasive al fine si conoscere le vie di introduzione e le nicchie ecologiche occupate da questa specie.